Alcuni del phoro le conoscono già..Sono i miei patetici tentativi poetici, però qualcosa di carino lo si trova :o sono tutti sonetti (a parte la prima, che probabilmente è la meno riuscita), a schema ritmico normale, a parte uno :D
E' sì dolce il generale illudersi
di poter bloccare del globo il moto
non più emozioni nuove da schiudersi
ma solo passiti fiori di loto.
Triste la certa consapevolezza
che nulla del conosciuto finisca
ed anche se la mia vita si spezza
niente affinchè l'altrui affanno marcisca.
Prosegue indefesso, ed indi non cura
l'umana razza ch'ei popola stanca
infatti, anche se mancante, perdura
e sussiste, continua, giammai arranca.
Terminare è normalità tremenda
non reato ma pena senza colpa
neppur meritevole d'un'ammenda
furto d'un frutto che non ha più polpa.
Il mondo non commiata mai alcuno
E c'è negata visione totale
osserviamo da un cespuglio sì pruno
senza mai distinguere il bene e'l male.
Amor non cura affanni esistenziali,
nè purifica il mio ego sfinito,
è gioia effimera per nostri mali
eterni come il dolore patito.
Bacio gentile sollievo trovato
è un'aurea illusione per obliare
nostro esser sempre travolti da un fato
che non vede mai indugio nell'amare.
E mi ritrovo, come tutti, immerso
in infinita oscura notte spoglia
implorando pietà attraverso insomnia
e so ancora una volta di aver perso
ma rimane nel cor penoso voglia
di gridare: Amor non vincit omnia.
Quegli sferici pianeti ipnotici
volteggian nel mio cosmo emotivo
per loro moto suadente e furtivo
felicità persuade il mio essere.
Evitassero destini ermetici
sarebbe gradevole, fosse vero;
eppur ammalia lor color leggero
esplodon nuovi me ancor da tessere.
Ma ecco che trovano spietatamente
un nuovo interlocutore rapito
in una maniera dolce e innocente
che lascia attoniti per passito
discorso che pesa ancora latente
amor d'un attimo, eppur infinito.
Quale male sussiste nella sconfitta?
Forse che perdere sia ignominioso?
Non trovo che mia alma derelitta
peggiori per un destino tortuoso.
Al finale di nostro tempo e storia
tutti incontriamo tal malo demonio
e suo opposto non dona altra gloria
che effimera, o di passato conio.
Uniamoci in elogio del perdere,
mia confraternita già fallita,
ché nostra mente abbracci nostra essenza!
Futile implorare di poter vincere
ché inizia già persa nostra partita
meri sconfitti da lunga degenza.
Al bancone del bar, da solo, bevo
ammiro ballerine dal futuro incerto
ricordando un oggi che non volevo
e desidero il loro ancora aperto.
Certo è davvero imbecille affogare
una cirrosi in quest'alcool secco
ma guardami: cos'altro posso fare?
E' già parecchio se non mi uccido, ecco.
A Dio non ho mai pensato, amico
perché, sai, lui non ha mai pensato a me
e siamo in reciproca indifferenza.
Forse non ascolti più quel che dico
perché sono pazzo e diverso da te...
proprio come tutti, non hai pazienza.