Doc Benway
|
|
« inserita:: 18 Giugno 2005, 18:47:39 » |
|
[div align=center]Frank Miller's Sin City
~[/div]
Regia: Frank Miller, Robert Rodriguez (Quentin Tarantino special guest director) Sceneggiatura: Frank Miller, Robert Rodriguez Soggetto: Frank Miller (fumetto) Montaggio: Robert Rodriguez Fotografia: Robert Rodriguez Scenografia: Jeannette Scott Musica: Robert Rodriguez, John Debney, Graeme Revell Durata: 126 minuti circa
[div align=center]~[/div]
Inziamo col fare una piccola precisione: non ho mai letto il fumetto nè avevo un'incredibile voglia di guardare il film; mi aspettavo sì qualcosa di bello, ma in fondo una solita americanata con quel vago senso di banalità.
E invece no, Sin City si può definire in mille modi, ma non banale. Sin City è contorta, caotica, pessimista, rumorosa, ed è soprattutto una perversa spirale di violenza che inghiotte lo spettatore nel suo folle vortice, folle tanto da richiamarsi all'inizio e alla fine del film. L'apertura di Sin City è l'emblema del film. Una ragazza, durante una festa, si distrae guardando la città da un terrazzo. Esce fuori un ragazzo, che le offre una sigaretta. Questo le dice che la segue da qualche giorno, perché è innamorato di lei. E' colpito dalla straordinaria calma dei suoi occhi. La vuole abbracciare, e lei si lascia abbracciare, per essere poi freddata da un colpo di pistola silenzioso. Lui era un sicario, incaricato di ucciderla. E già da qui lo spettatore si predispone a una storia ricca di perversioni e di malesseri umani potenziati all'eccesso. Il poliziotto Harthagan (Bruce Willis) deve salvare una bambina da uno stupro e deve salvarsi dallo stupratore e dal suo superiore. Il lottatore di strada Marv (Mickey Rourke) invece vuole vendicare l'omicidio di una prostituta, mentre un ragazzo, Dwight (Clive Owen), si scopre protettore di un gruppo di prostitute. Le loro vicende s'intrecciano nella città - senza però che i tre protagonisti si incontrino mai -, a volte facendo anche un pelo di confusione (ci ho messo un po' a notare che Dwight fosse anche l'iniziale sicario). La confusione è data anche dalla particolare scelta del non utilizzo completo dei colori: il sangue è spesso bianco (diventa rosso solo nella parte finale della storia di Bruce Willis), il bianco-nero predomina, con un po' di blu buttato qua e là. Scelta coraggiosa che a mio parere rende il film ancora più particolare e godibile, appunto perché più somigliante a un fumetto che a un film. E' questa la grande vittoria di Sin City, che lo rende veramente godibile appieno: l'essere un film con schemi tipici da fumetto. Le storie vengono spesso trattate a spezzoni, sembrano quasi disegnate più che recitate, e c'è quella componente di irrazionalità che si perdona a causa della godibilità del film. Come poi non notare il fascino irresistibile dei nemici? Dal carnivoro, allo strupatore, passando per dei membri del clero e altro ancora. Ricordo inoltre tra i "buoni" (ma il confine tra buoni e cattivi in questo film è dannatamente sottile) Miho, probabilmente prestata da Quentin Tarantino. Il suo uso delle lame è favoloso. Scordavo, nel film è anche presente una discreta ironia di fondo che non guasta mai. Ultima cosa: la regia è ineccepibile, ma con uno come Tarantino a sovradirigere, cosa volete?
"E ricordatevi, tutto può succedere a Sin City. Tutto."
Voto: 9 su 10
|